THE CHURCH

Priest=Aura (1992)
(recensione di Fabio Stifano © 2004)



Line-up, da sin:
Peter Koppes (guitar),
Steven Kilbey (vocals, bass),
Marty Willson-Piper (guitar),
Jay Dee Daugherty (drums)

Chiuso un capitolo durato un decennio, culminato con l'abbandono del batterista Richard Ploog, sostituito da Jay Dee Daugherty (ex Patty Smith), Kilbey e compagni danno vita a questa creatura a sè stante, un album nel quale viene dato libero sfogo all'immensa classe dei Church, commerciale nella sua parvenza esteriore, ma ostico ed originale nella sostanza. Abbandonate da tempo le ritmiche più essenziali e ruvide dei primi lavori, qui trovano miglior collocazione i paradisiaci arpeggi di Koppes e Willson-Piper, i ricercati giri e fraseggi di basso ed un abbondante uso di keyboards sui quali naviga l'ipnotica voce di Steve Kilbey. Forse proprio questa particolarità e leggiadrìa, croce e delizia di questo lavoro, lo hanno reso meno appetibile, scontentando qualche vecchio fan ed a fatica attirandone nuovi. Ma una volta entrati nel mondo di "Priest=Aura" sarà ben difficile sfuggire alle celestiali melodie di brani come "Aura", "Ripple" e "Paradox", dove un mistico Steve Kilbey ci confessa intimi pensieri, idee e paure, mentre la musica ci allieta e rinfranca lo spirito. C'è spazio anche per un po' di sana psichedelia in "Chaos" e "The Disillusionist" dove aleggia lo spettro dei Velvet Underground di Lou Reed. Delicati e sofisticati intermezzi come "Swan Lake", "Witch Hunt", "Old Flame" e la malinconica strumentale "Film" posta in chiusura di questo lungo viaggio, contribuiscono in maniera determinante a forgiare la magia di questo affascinante album


Voto: 9

Tracklist:
Aura
Ripple
Paradox
Lustre
Swan Lake
Feel
Mistress
Kings
Dome
Witch Hunt
The Disillusionist
Old Flame
Chaos
Film